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Metodo "anti-tradizionalistico" di insegnamento- apprendimento

4 commenti:

  1. Sono un’insegnante di Scuola Primaria, una un po’ “alternativa” come mi definiscono positivamente la preside e le mie colleghe. Allergica alla didattica tradizionale direi io invece.
    Anche a me come al docente del film è capitato spesso do sentirmi dire:”Oggi non abbiamo fatto niente”.
    Mi è successo con classi nuove poco avvezze ai miei metodi. Il NIENTE dei bambini era riferito alla didattica laboratoriale, alla modalità ludica, all’assenza della penna e del quaderno, alla discussione, al brain storming, alla mancanza di noia e stanchezza. Quel NIENTE per me (in fase di conoscenza) risultava essere estremamente gratificante. Così eravamo in due ad essere contenti: io e il bambino. Peccato che in questa storia c’è “il terzo incomodo”, il genitore, poco fiducioso nei confronti di una didattica che non conosce, che si aspetta bei voti e sostanzialmente una montagna di pagine da studiare e di compiti di cui potrà lamentarsi, il tutto condito da un quaderno ordinato e pieno a riprova che suo figlio non è indietro col programma. Un genitore, che forse non per colpa sua, non ne sa niente di competenze e metacompetenze e con questo non dico che anche i contenuti non sono importanti, però, per me, funzionali. A parlare dell’efficacia del mio lavoro, anzi, del nostro lavoro, mio e dei bambini, sono stati i risultati sulle lunghe distanze. Però che fatica sperimentare e mettersi in discussione!

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  2. cara insegnante,ti daremo del tu perchè ti consideriamo una collega, volevamo che ci spiegassi il perchè vieni definita un'insegnante un pò "alternativa" e soprattutto tu,ti consideri tale, o sono forse le tue colleghe ad essere "diverse"?
    Durante le lezioni all'Università con il professor Cuomo e la dottoressa Imola, si è discusso sull'enorme difficoltà, anzi, osiamo dicendo, "omertà", che si ha nell'attaccare quella che è la didattica tradizionale.
    Alcune domande-riflessioni,allora, vorremmo esprimere: è possible che si sia "detenuti di un programma"? E' possibile ancorarsi ad un programma di ambiti disciplinari resi frammentati e ricchi di contenuti da trasmettere e ripetere, indipendentemente,invece che costruire un progetto educativo-didattico globale, flessibile, creativo, complesso e non complicato, che tenga conto dei "Sa Fare" del bambino, soprattutto nelle scuole d'oggi, dove si racchiudono piccole comunità estremamente eterogenee, che rischiano di diventare alibi, invece che risorse per il lavoro delle insegnanti?

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  3. Buongiorno Luisa, sono Simona, mamma di due bimbe di 6 e 1 anno e, purtroppo, sono a confermare di essermi più di una volta anch'io "attaccata" con genitori che già addirittura al nido pretendono che le educatrici presentino loro una ricca serie di lavoretti a giustificare il fatto che i loro bimbi non stanno tutto il giorno a fare NIENTE perché purtroppo per molti genitori non poter toccare con mano oggetti fabbricati dalle manine dei loro bambini prodigio (che si vede poi benissimo che sono frutto dell operato delle educatrici) é come non fare NIENTE....il gioco libero, il gioco fatto con la musica e il canto e il corpo e via di seguito equivale al NIENTE...ovviamente non condivido e lo faccio presente. Grazie per l'attenzione.

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  4. Ciao a voi! Sono Barbara, ho una bimba di 4 anni. E' davvero incredibile come non si distingua il "fumo dall'arrosto". Per me "l'arrosto", ciò che resta e che conta è vedere mia figlia che sta bene a scuola, con i compagni e le sue maestre e che cresce bene! La mamma di una amica-compagna di mia figlia invece non ne è abbastanza soddisfatta, presta attenzione a cosa fanno nelle altre scuole, dice "fanno tanti progetti, hanno fatto questo..e quello...invece da noi no"..per me questo è farsi ingannare dal "fumo". Io preferisco un ambiente che offre benessere e gioia a mia figlia. Vedere mia figlia contenta di andare a scuola non mi fa pensare "all'erba del vicino più verde"! Ciao Barbara

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