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Scopri il metodo emozione di conoscere desiderio d...

Come possiamo noi adulti coinvolti nell'educazione-apprendimento, pensare e creare situazioni che favoriscano e non siano di ostacolo allo sviluppo del ben-essere globale del bambino?
Il ben-essere globale è fatto di emozioni,fisicità, pensieri e relazioni e noi viviamo in un mondo globale e complesso dove l'essere protagonista attivo dà il potere di padroneggiare la globalità e la complessità delle conoscenze.
A casa in famiglia, a scuola con i compagni e le insegnanti e nel tempo libero, il bambino deve rispondere o cercare risposte a situazioni , a problemi, spesso con una certa dose di timore ed insicurezza, ma il desiderio di essere presente e partecipe favorisce in lui la scoperta delle sue risorse , dei suoi limiti e le strategie per superare i suoi limiti, imparando ad imparare.
Il "Metodo Emozione di Conoscere e il Desiderio di Esistere "del Prof.Nicola Cuomo, ci sono di aiuto a cercare tante risposte che spesso ci facciamo nell'ambito educativo e didattico.
Per saperne di più: http://emozione.scedu.unibo.it/

7 commenti:

  1. Ciao, sono una mamma di un bambino di 5 anni che sta frequentando la scuola materna e vi volevo chiedere un consiglio; premetto che mio figlio è un bambino molto vivace e questa caratteristica (chiamiamola così) disturba le maestre, che lamentano il fatto di non riuscire a svolgere il loro "programma" in quanto mio figlio interrompe il loro lavoro. A questo punto, visto che le maestre mi chiedono, come genitore, di prendere dei provvedimenti, potete darmi un consiglio, anche se, a mio avviso, dovrebbero essere loro a gestire questa situazione...o sbaglio?!?! Grazie per la collaborazione e buon lavoro. M

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  2. cara mamma, ci sembra che tuo figlio diventi il pinocchio della situazione e le insegnanti siano invece i "Mangiafuoco": gestire quindi i bambini cercando di essere noi adulti i burattinai? ma per fortuna ci sono dei bambini che si ribellano! Il voler vivere la scuola attivamente e non subirla passivamente può diventare un problema?
    intanto ci farebbe piacere sapere se in questa scuola, come magari in altre scuole, esiste una scala di valutazione per definire un bambino più o meno vivace?
    Inoltre vorremmo riflettere insieme sulle frasi "...svolgere il loro programma..."e "...interrompere il loro lavoro...".Queste sono state le espressioni con cui hanno manifestato, "ribaltato", il problema a te come genitore? e tu come genitore che provvedimenti dovresti prendere per loro?
    sarebbe ovviamente interessante e giusto aprire la discussione anche alle suddette insegnanti per capire le loro motivazioni, forse questo sarà impossibile, ma tu invece come genitore hai tutti i diritti ad avere un confronto e delle spiegazioni in merito al loro intervento educativo.

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  3. Sono una insegnante e mi sento di intervenire e di spezzare una lancia a favore del bambino.Mi sembra che il bambino "vivace" faccia parte della classe e del "programma", mi sembra che qualsiasi azione educativa si intraprenda debba includere anche lui. Lui è effettivamente l'elemento di rottura con schemi predefiniti a priori secondo un alunno medio o meglio ,un burattino con tanto di fili di cui parlate in questo blog.Scusate la polemica, ma secondo me i bambini vivaci non esistono, loro sono i bambini normali che spesso la scuola cerca di limare ed ammaccare perchè nella classe regni uno stato di dormienza, silenziosa e riposante.E qui mi arrabbio poi con il 30% delle mie colleghe.Perciò cara mamma, chiedi alle maestre di tuo figlio cosa fanno la mattina (o non fanno!) perchè lui si senta attento e coinvolto dalle loro proposte e perchè mai preferisce disturbare, manifestando così la sua noia e la sua insofferenza.

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  4. Ho scoperto solo oggi questo blog, che mi pare molto interessante. Mia figlia è in seconda elementare ed è una bambina vivace (molto...troppo a detta delle insegnanti!!). La sua vivacità oltre che fisica è anche mentale è stata tra le prime a leggere ed è incuriosita da tante cose.
    Ma questo le ha comunque creato non pochi problemi, a casa abbiamo cercato di aiutarla facendo un pò di allenamento emotivo in modo da riuscire a controllarsi e pare che la cosa abbia funzionato.
    L'altro giorno ho però capito il disagio che vive a scuola, stavamo leggendo una storiellla in inglese sul web, a un tratto mi interrompe e dice che non vuole proseguire, trovando strana la cosa vista la sua curiosità indago...risposta la maestra le ha detto che deve imparare solo a scuola e non a casa....ho provato una profonda tristezza!! avete qualche consiglio? Io di mio ho spiegato che forse aveva capito male l'insegnante intendeva dire che deve stare attenta in classe anche se conosce già l'argomento... ma non so se ha capito. Adesso la vedo più apatica.

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    1. Ciao Streghetta, la tua bimba mi sembra molto simile a mio figlio. Mio figlio è parecchio partecipe e attivo sia fisicamente che mentalmente: sembra che per loro sia richiesto una specie di apprendimento "inibitorio"e da genitori vediamo i nostri bimbi impegnati al "sacrificio" di trattenersi dall'esprimere tutti i loro pensieri, le loro conoscenze, le loro curiosità, così come dal trattenersi dal muoversi (spesso quando si deve limitare il proprio intervento è il corpo che prende a "comunicare" accogliendo i pensieri e mettendoli in azione sotto altra forma, è così anche negli adulti).

      Il problema dello stare attenti a scuola è anche l'altra faccia della medaglia del problema del come attirare l'attenzione, la curiosità,il movimento di tutti i bambini presenti in classe...tanti bambini, tutti originali,speciali, diversi.
      Sfruttiamo le diversità, proponiamo un percorso dove ogni bambino mette in gioco potenzialità e difficoltà per crescere.


      Ci possono essere momenti in cui i bambini, divisi in piccoli gruppi possono approfondire diversi aspetti di un argomento/di una lezione: una specie di gioco -caccia al tesoro (scoperta oggetto della lezione-esperienza). Ogni gruppo scopre una parte di un tutto che viene a essere conquistato solo riuscendo ad "accordarsi" reciprocamente alternando momenti attivi di intervento a quelli altrettanto attivi di vero ascolto: tutti scoprono il piacere ed il "bisogno" di imparare e insegnare (l'uno dall'altro).
      Farsi ascoltare e ascoltare l'altro per conquistare con soddisfazione un tesoro tutti insieme ( mettendo insieme i vari tasselli di un puzzle si può avere un quadro completo). Ogni gruppo è un tassello, è una parte. Ogni bambino può agire all'interno del proprio gruppo in modo da aiutare ed essere aiutato dagli altri. Per chi è molto vivace e attivo, per chi è più riflessivo e timido, per chi si annoia, ....tutti possono fare una esperienza positiva: ci sarà anche un po' più di confusione, o di senso di perdita di controllo della situazione da parte dell'insegnate però i bambini.....passo passo...maturano un senso piacevole sia di ascoltare (bilanciando così un eccessivo attivismo, interventismo...per la situazione classe) sia di parlare,partecipare (bilanciando un eccesso di timidezza, assenza di intervento in classe)

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  5. N on conoscevo il vostro blog , devo dire che è molto interessante , ma soprattutto istruttivo ed educativo. Grazie a tutti voi per i consigli e gli aiuti che attraverso il vostro blog volgete ai bambini. Un forte abbraccio Cetty

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    1. Cara Cetty! Grazie per la tua attenzione e per il tuo commento!

      Il piccolo principe ci dice:
      "Bisogna spiegargliele le cose, ai grandi....I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta... " Antoine De Saint-Exupery


      E' un messaggio per noi grandi! Non stanchiamo i nostri bambini, ascoltiamoli e rispondiamo mettendoci in sintonia; teniamo aperti tutti i canali di comunicazione con i nostri bambini: un gesto, un disegno, una parola, in un modo o in un altro loro ci portano dentro il loro mondo (e lì dentro ci troviamo anche noi a interagire con loro, a incidere in un modo o in un altro sulla loro crescita)

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